sabato 19 novembre 2016

November Philosophers di KATIE FORD, Filosofi in Novembre, trad. Alessandro Panciroli



Nothing is nothing, although
he would  call me that, she was nothing.....





Katie Ford















Niente è niente,  per quanto
lui mi avesse detto, lei non è niente.
Quelle erano state le sue parole, ma la sua mano
alzava una catena di sigarette e ponti di
cenere calda. Disse che in fondo non voleva il suo corpo.
Non è stato un anno che avrei potuto discutere
contro quel modo di parlare, così feci a pezzi il pollo
ucciso nella fattoria  poco lontano,- scuro e argentato, selvatico -
e lo misi sopra la lattuga, lattuga e poi limone.
Scaldai il brandy in una casseruola, versai lentamente  una striscia
di melassa a freddo, lenta come avevo visto
una maga  versare una tintura di pino sul pavimento
della mia casa distrutta.
Sembrava vedere tutta la mia vita
per decreto di un qualche dio
che voleva vivessi ancora.
Salvia bruciata, fumo blu.. Poi sale marino gettato
negli angoli di una violenta tristezza.
Lei si scrisse sul seno
il mio indirizzo
per far sì che ognuno che sentiva sapesse
dove  fosse stata creata la mia vita.
E aspettammo, ciascuno dimenticando  cosa eravamo stati
o divenendo  più intensamente umani in quella tintura di pino,
nella sua trance, nella lavanda  che avevo messo sui davanzali sbeccati,
non una vera trance piuttosto un mio deliberato taglio
della parte del giardino che lei mi aveva chiesto.
Ora , disse, attendi a più lungo, e così feci fino a
quando la melassa scaldò la tazza tanto da
finire dentro al brandy.
da finire dentro la notte,
seguita da piccole confessioni -
che questo era solo un affitto, ed il mio solo un piano,
che la donna che lui amava stava con un altro,
sua madre una pazza, il suo appartamento infestato nella intercapedine.
Allora io raccontai della violenza subita all'alba tra
le case: Caldo, asfalto, tutto quanto e ed il mio viso rivolto
verso la scuola di mattoni dove i parrocchiani studiavano scritti
e musiche del primo secolo. Forse stavano cantando
era proprio quella l'ora.
Quel che ci dicemmo era una liturgia con un significato solo per noi
e per quella notte. Non per nessun altro,
da ripetere, vivere, credere. Mai.
Le nostre sole teorie erano nelle nostre mani,
carne e terra, corpo e prateria.
Fumai la sua penultima sigaretta,
che aveva appena acceso.
Il pollo come una razione da combattimento
ce lo mangiammo tutto.
Cosa avevamo desiderato , quello ci dicemmo.
Cosa ci dicemmo, lo trovammo quella notte
con questi, e non con altri,
mezzi.



NOVEMBER PHILOSOPHERS di Katie Ford



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