mercoledì 19 ottobre 2016

GIACOMO JOYCE di James Joyce /// Traduzione di Marilia Aricò e Alessandro Panciroli



             GIACOMO JOYCE












Chi? un volto pallido circondato da vaporose  pellicce profumate. I suoi movimenti  sono schivi
e nervosi. Lei indossa degli occhialini di metallo..
Si: una breve sillaba. Una breve risata. Un breve battito di ciglia.




Una calligrafia come una ragnatela, dal tratto lungo e sottile, segno di quieto disdegno e di
rassegnazione:  una giovane donna di classe.









Mi lancio sulla facile onda di una tepida conversazione: Swedenborg, lo Pseudo- Areopagita,

Miguel de Molinos, l ' Abate Gioacchino. L' onda si spegne. La sua amica di scuola, curvando il corpo sinuoso, mormora in uno smidollato Viennese- Italiano: Che coltura! Le lunghe ciglia battono e si sollevano; una ardente puntura di spillo punge e brucia nell'iride vellutata.







I tacchi alti rimbombano sulla risonante scalinata di pietra. Nel castello una fredda aria invernale ,le cotte di maglia come impiccate alle pareti,  rozzi candelieri di ferro lungo le volute della sinuosa scala a chiocciola della torre. I tacchi battono e ribattono, un suono alto  e profondo. C'è qualcuno di sotto che vorrebbe parlare con sua Signoria.



Non  si soffia mai il naso. Un modo  di  parlare: il meno per il più.





Arrotondata e maturata: arrotondata dal tornio del matrimonio misto e maturata nella serra dell'isolamento della sua razza.










Una risaia vicino Vercelli sotto una cremosa foschia estiva . Le falde del suo cappello spiovente ombreggiano il suo falso sorriso. Le ombre segnano il suo viso falsamente sorridente, colpito dalla calda luce cremosa , grigie ombre lattescenti sotto la mascella , striature in giallo tuorlo d'uovo sulle  sopracciglia umide , umore giallo rancido rintanato nella soffice polpa degli occhi.






Lei che dona un fiore a mia figlia. Un fragile dono, una fragile donatrice, una fragile ragazza dalle vene blu.








Padova lontana oltre il mare. Il silenzioso medio evo,la notte, il buio della storia dormono in Piazza  delle Erbe  sotto la luna. La città dorme. Sotto le arcate nelle strade buie vicino al fiume gli occhi delle puttane spiano in cerca di fornicatori. Cinque servizi per cinque franchi. Una oscura onda di sensualità, ancora,ancora, ancora.
               

   Nel buio i miei occhi vacillano, i miei occhi vacillano,
   vacillano nel buio, amore.
Di nuovo. basta, Un amore oscuro, oscuro desiderio. Basta.Oscurità.




Crepuscolo. Attraversando la piazza, una sera grigia cade sui vasti pascoli color verde salvia,scendono silenziosi il tramonto  e la rugiada. Lei segue la madre con grazia impacciata, la giumenta che guida la puledra. Il crepuscolo grigio modella dolcemente le cosce sottili e armoniose,  il docile flessibile  tendineo collo, la testa finemente modellata. Sera, pace, tramonto di stupore....Ehilà! Stalliere! Ehilà!



Papà e le ragazze scivolano giù dalla collina, a cavalcioni di un toboga: il Gran Turco e il suo harem. Ben incappucciate ed imberrettate, gli stivali  allacciati con abile incrocio sopra la linguetta calda di carne,la corta gonna tesa dalle  rotondità delle ginocchia. Un lampo bianco: un fiocco, un fiocco di neve:
                                           
E quando lei cavalcherà di nuovo
Possa io essere lì a vederla!




Corro fuori dalla tabaccheria e grido il suo nome. Lei si gira e si ferma ad ascoltare il mio confuso cianciare di lezioni, ore, lezioni,ore: e lentamente le sue guance pallide arrossiscono con una accesa luce d' opale.  No,no, non aver paura!



Mio padre: lei fa i più semplici atti con distinzione. Unde derivatur? Mia figlia ha una grandissima ammirazione per il suo maestro inglese.
Il viso dell'anziano signore, bello, arrossato, dalle fattezze marcatamente ebraiche e lunghi favoriti bianchi, si gira verso di me mentre scendiamo insieme per la collina. Oh! Ben detto: cortesia, benevolenza, curiosità, fiducia, sospetto,naturalezza, debolezza dell'età, fiducia in se stesso, franchezza,urbanità,sincerità, attenzione, pathos, compassione: una miscela perfetta.
Ignazio di Loyola, soccorrimi tu!




Questo cuore è triste e dolorante. Crocifisso per amore?




Lunghe lascive sospettose  labbra: molluschi dal sangue scuro.




La nebbia sale verso la collina mentre levo gli occhi dalla notte e dal fango. Nebbia sospesa sugli alberi umidi. Una luce nella stanza di sopra. Lei si sta vestendo per andare a teatro. Ci sono fantasmi nello specchio......Candele? Candele?




Una gentile creatura. A mezzanotte dopo la musica lungo tutta via San Michele, queste parole furono pronunciate sottovoce. Calma ora, Jamesy! Non hai mai camminato di notte per le strade di Dublino singhiozzante per un altro nome?




Cadaveri di ebrei giacciono sotto di me putrefacendosi nella terra del loro camposanto. Ecco la tomba della loro gente, pietra nera, silenzio senza speranza...Pimply Meissel mi ha portato qui. Se ne sta oltre quegli alberi a capo coperto  sulla tomba di sua moglie suicida, domandandosi come la donna che dormiva nel suo letto abbia potuto farla finita così..... La tomba della sua gente e la tomba di sua moglie: pietra nera, silenzio senza speranza:  e tutto è pronto. Non morire!








Lei alza le  braccia nelle sforzo di agganciare alla nuca una veletta nera. Non ci riesce: no, non può.Indietreggia verso di me, in silenzio. Sollevo le braccia per aiutarla: le sue braccia precipitano verso il basso. Trattengo con le mani i bordi intricati della sua veletta e, tendendoli per agganciarli, vedo attraverso l' apertura del velo nero il suo corpo flessuoso inguainato in una sottoveste arancio. I nastri che la trattengono sulle spalle si sciolgono e lei cade lentamente:un agile fine corpo nudo risplendente di scaglie argentee. Che scivola lentamente sulle snelle natiche di liscio lucido argento e sul loro solco, un' ombra d'argento che si oscura.... Dita, fredde e calme e mobili.... Toccarla, toccarla.






Piccolo stupido debole e leggero respiro. Ma chinati e ascolta: una voce. Un passero sotto le ruote di Juggernaut,  che fa tremare  la terra intera. Per favore, signor Dio, grande signor Dio! Addio, gran mondo!......Aber das ist eine Schweinerei!


Grandi fiocchi sulle sue scarpette color bronzo: speroni di un gallo viziato.


La signora va rapida, rapida, rapida....Aria pura sulla strada dell' altopiano.Trieste crudamente si sveglia, la luce cruda del sole sui tetti di cumoli di tegole scure, come una testuggine;una moltitudine di insetti prostrati attende una liberazione nazionale.Belluomo si alza dal letto della moglie dell'amante di sua moglie, la casalinga indaffarata è in piedi, gli occhi color prugna, un piattino di acido acetico in mano.....Aria pura e silenzio sulla strada verso l' altopiano: e zoccoli. Una ragazza a cavallo. Hedda! Hedda Gabler!





I venditori offrono primizie sui loro altari: limoni picchiettati di verde, ciliegie-gioiello, pesche vergognose con le foglie strappate, La carrozza passa attraversa il vicolo di bancarelle di tela, i raggi delle ruote che girano nella luce abbagliante. Fate strada Hanno occhi di gufo , saggezza di gufo. Saggezza gufesca fissa dai loro occhi che rimuginano sulla tradizione della loro Summa contra Gentiles.









Lei pensa che i gentiluomini italiani fecero bene a cacciare dalla platea Ettore Albini, il critico del Secolo, poiché non si era alzato in piedi mentre la banda suonava la Marcia Reale. Aveva sentìto questa notizia a cena. Già.  Amano molto la patria quando sono sicuri di quale sia  veramente la patria.

Lei ascolta: vergine molto prudente.

Una gonna tirata indietro dal movimento improvviso del  ginocchio; un orlo di pizzo bianco di una sottoveste sollevata eccessivamente; una calza a rete allungata sulla gamba.
Si pol?


Suono leggermente, cantando a bassa voce, la languida canzone di John Dowland. Restio a partire: Anch'io lo sono. Quell'età è qui, ora. Qui, spalancandosi dal buio del desiderio, ci sono occhi che offuscano l' Oriente che albeggia, il loro bagliore è il bagliore della schiuma che riempie le fogne della corte dello sbavante James. Qui ci sono vini d'ambra, debolezze morenti di dolci arie, l'orgogliosa pavan, cortesi gentildonne amoreggianti dai balconi, con bocche succhianti, sgualdrine sporcate dalla sifilide e giovani mogli che, gaiamente abbandonandosi ai loro seduttori, ingannano e ingannano ancora.




Nel crudo velato mattino di primavera fievoli odori fluttuano della Parigi mattutina: anice,segatura umida, caldo impasto di pane: e mentre attraverso  Pont Saint Michel le scie blu-acciao delle acque mi gelano il cuore. Lambiscono lentamente l'isola dove l' uomo ha vissuto dall'età della pietra...
Bronzea oscurità nella immensa chiesa delle gargoyle. Fa freddo come quella mattina: quia frigus erat. Sui gradini del lontano altare maggiore, nudo come il corpo del Signore, i sacerdoti giacciono prostrati in debole preghiera. La voce di un lettore invisibile si alza, intonando la lezione di Hosea.
Haec dicit dominus: in tribolatione sua mane consurgent ad me. Venite et revertamur ad Dominum.....Lei è in piedi di fianco a me, pallida e gelida, vestita dalle ombre della navata buia e peccaminosa, il gomito snello vicino al mio braccio. La sua carne richiama il brivido di quella cruda mattina avvolta nella nebbia, torce che accorrono, occhi crudeli. La sua anima è afflitta, trema, vorrebbe piangere. Non piangere per me, oh figlia di Gerusalemme!





Presento Skakespeare alla docile Trieste: Amleto, affermo,che è il più cortese con nobile e popolani è scortese solo con Polonio. Forse, da incattivito idealista, riesce a vedere nei genitori della sua amata soltanto grotteschi tentativi da parte della natura di ricreare l'immagine di lei......
L'avevate notato?






Lei cammina precedendomi lungo il corridoio e mentre cammina una spira scura di capelli lentamente le si scioglie e cade. Lento sciogliersi, capelli che cadono. Lei non lo sa e mi cammina davanti semplice e orgogliosa. Così camminò accanto a Dante con semplice orgoglio e così, monda da sangue e violenza, la figlia di Cenci, Beatrice verso la  morte:

                                   ....... Tie                               My girdle for me and bind up this hair
       In any simple knot.

La domestica mi dice che hanno dovuto portarla all'improvviso in ospedale, poveretta, che soffriva così tanto, così tanto, poveretta, che è molto grave...... Mi allontano dalla sua casa vuota. Sento che sto per piangere. Ah, no! Non sarà che, in un momento, senza una parola, senza uno sguardo. No, no! Di certo la sorte avversa non mi colpirà!


Operata. La lama del chirurgo ha esplorato le sue viscere prima di ritrarsi, lasciandole il crudo frastagliato segno del suo passaggio sul  ventre. Vedo i suoi intensi occhi scuri soffrire, belli come gli occhi di un'antilope. O crudele ferita! Dio libidinoso!


Una volta ancora nella sua poltrona accanto alla finestra, parole felici sulla sua bocca, lieta risata. Un uccellino che cinguetta dopo la tempesta, felice che la sua piccola stupida vita sia sfuggita agli artigli di un epilettico signore e dispensatore di vita, cinguetta felice, cinguetta e pigola felice.

Lei dice che, se Il Ritratto dell'Artista da giovane fosse stato sincero soltanto per amor di franchezza, mi avrebbe chiesto per quale motivo  glielo avessi prestato perché lo leggesse. Lo avresti fatto, o no? Una signora di lettere.

Lei è al telefono vestita di nero. Piccole timide risate, piccoli gridolini,timidi sprazzi di discorso all'improvviso interrotti....Parlerò colla mamma.... Vieni! cooc,cooc! vieni! La nera pollastrella è spaventata: piccoli sprazzi all'improvviso interrotti, piccoli gridolini: sta piangendo per la sua mamma, la corpulenta chioccia.







Loggione. Le pareti fradicie trasudano un'acquosa umidità. Una sinfonia di odori si fonde con la massa di forme umane accalcate: puzza acida di ascelle, arance sbocconcellate, liquefatti unguenti per il petto, acqua aromatica, il soffio di zuppe di sulfureo aglio, disgustosi peti fosforescenti, opoponax, il sincero sudore di donne coniugate e in età da marito, il lezzo saponoso degli uomini......Per tutta la notte l'ho guardata, per tutta la notte la vedrò:  intrecciati ed eretti capelli e un ovale viso olivaceo e calmi dolci occhi. Un nastro verde sui capelli e il corpo avvolto da un abito verde ricamato: la tinta della illusione della specchio vegetale della natura e dell'erba rigogliosa, i capelli delle tombe.


Le mie parole nella sua mente: fredde pietre levigate  che affondano in un pantano.

Quelle calme fredde dita hanno toccato le pagine, belle e brutte, su cui la mia vergogna risplenderà per sempre. Calme e fredde e pure dita, non avranno mai sbagliato?

Il suo corpo non ha odore: un fiore senza profumo.

Sulle scale. una fragile mano fredda: timidezza, silenzio: occhi scuri  inondati di languore: stanchezza.


Ghirlande di vapore grigio turbinano sulla brughiera. Il suo viso, così grigio e serio! I capelli umidi e arruffati. Le sue labbra premono dolcemente, il suo respiro arriva  come  in un soffio. Baciata.



La mia voce, spegnendosi negli echi delle sue stesse parole, si spenge come la voce  dell' Eterno vestita di saggezza quando richiama Abramo echeggiando tra le colline. Lei si appoggia sul muro che le fa da cuscino: figura di odalisca nella oscurità lussuriosa. I suoi occhi hanno bevuto i miei pensieri, e nell'umida calda cedevole accogliente tenebra della sua femminilità la mia anima, dissolvendosi , è fluita si è riversata è straripata in un liquido ed abbondante seme......La prenda ora chi vuole!.





 Esco dalla casa di Ralli e mi imbatto in lei mentre entrambi facciamo l'elemosina ad un mendicante cieco. Lei risponde al mio improvviso saluto ruotando e distogliendo i suoi neri occhi da basilisco. E col suo vedere attosca l'uomo quando lo vede. Grazie per la parola, messer Brunetto.


Stendono sotto i miei piedi tappeti per il figlio dell'uomo. Aspettano il mio passaggio. Lei sta nell'ombra gialla dell'ingresso, un mantello a quadri a proteggere dal freddo le  spalle infossate: mi fermo stupito e mi guardo intorno lei mi saluta gelida e supera la scalinata dardeggiando verso di me per un istante dai suoi apatici occhi obliqui un getto di liquoroso veleno.







Un morbido drappo spiegazzato verde pisello decora il sofà. Un' angusta stanza a Parigi. La parrucchiera giaceva qui poco fa. Le ho baciato le calze e l'orlo della sua gonna sbiadita, color ruggine. E' l'altra. Lei. Gogarty venne ieri per essere presentato. Ulisse ne è la ragione. Simbolo della coscienza intellettuale....L'Irlanda allora? E il marito? Misurando a passi il corridoio in pantofole o giocando a scacchi contro se stesso. Perché veniamo lasciati qui? La parrucchiera giaceva qui poco fa, stringendo la mia testa fra le sue nodose ginocchia.... Simbolo intellettuale della mia razza. Ascolta? L'oscurità è caduta in picchiata su di noi. Ascolta!
  - Non sono convinto  che tali attività della mente o del corpo possano essere definite  malsane.
  Lei parla. Una debole voce proveniente da oltre le fredde stelle. Voce della saggezza. Continua a parlare! O, parla di nuovo, rendendomi saggio! Questa voce giammai udita. Lei s'allunga verso di me sul sofà sgualcito. Non posso muovermi o parlare. Un abbraccio avvolgente di carne  stellare. Adulterio di saggezza. No. Me ne andrò. Lo farò.
  - Jim, amore! -
  Dolci labbra risucchianti baciano la mia ascella sinistra: un bacio a spirale su miriadi di vene.Brucio! Mi accartoccio come una foglia che brucia! Dalla mia ascella destra una zanna di fuoco balza fuori. Un serpente di stelle mi ha baciato: un freddo serpente della notte.Sono perduto!
- Nora! -




Jan  Pieters Sweelink. Lo strano nome del vecchio musicista olandese fa sembrare tutta la bellezza strana e lontana. Ascolto le sue variazioni per clavicordio su una vecchia aria: " La giovinezza deve finire". Nella vaga  bruma di vecchi suoni appare un debole punto di luce: posso quasi sentire le parole dell'anima. La giovinezza deve finire: la fine è qui. Non  accadrà mai. Lo sai bene: Cosa allora? Scrivilo, che sia dannato, scrivilo! A cos'altro servi?

"Perchè?"
"Perchè altrimenti non potrei vederti."
Scivolare -- spazio-- anni--fogliame di stelle -- e cielo calante --silenzio --e silenzio più profondo --silenzio di annichilazione - e la sua voce.

"Non hunc sed Barabbam!"

Indecisione. Un appartamento spoglio. Torbida luce del giorno. Un lungo pianoforte nero: bara di musica. Proprio sul bordo  un cappello di donna, a fiori rossi, ed un ombrello, chiuso. Le sue armi: un elmo, rosso, una lancia spuntata in campo nero.




Commiato: Amami, ama il mio ombrello.






















giovedì 13 ottobre 2016

Giacomo Joyce

Giacomo Joyce
As I come out of Ralli's house I come upon her suddenly as we both are giving alms to a blind beggar. She answers my sudden greeting by turning and averting her black basilisk eyes. E col suo vedere attosca l'uomo quando lo vede. I thank you for the word, messer brunetto.
They spread under my feet carpets for the son of man. They await my passing. She stands in the yellow shadow of the hall, a plaid cloak shielding from chills her sinking shoulders: and as I halt in wonder and look about me she greets me wintrily and passes up the staircase darting at me for an instant out of her sluggish sidelong eyes a jet of liquorish venom.
A soft crumpled peagreen cover drapes the lounge. A narrow Parisian room. The hairdresser lay here but now. I kissed her stocking and the hem of her rustblack dusty skirt. It is the other. She. Gogarty came yesterday to be introduced. Ulysses is the reason. Symbol of the intellectual conscience.... Ireland then? And the husband? Pacing the corridor in list shoes or playing chess against himself. Why are we left here? The hairdresser lay here but now, clutching my head between her knobby knees.... Intellectual symbol of my race. Listen? The plunging gloom has fallen. Listen!
- I am not convinced that such activities of the mind or body can be called unhealthy -
She speaks. A weak voice from beyond the cold stars. Voice of wisdom. Say on! O, say again, making me wise! This voice I never heard.
She coils towards me along the crumpled lounge. I cannot move or speak. Coiling approach of starborn flesh. Adultery of wisdom. No. I will go. I will.
- Jim, love! -
Soft sucking lips kiss my left armpit: a coiling kiss on myriad veins. I burn! I crumple like a burning leaf! From my right armpit a fang of flame leaps out. A starry snake has kissed me: a cold nightsnake. I am lost!
- Nora! -

Mentre esco dalla casa di Ralli mi imbatto in lei mentre entrambi facciamo l'elemosina ad un mendicante cieco. Lei risponde al mio improvviso saluto ruotando e distogliendo i suoi neri occhi da basilisco. E col suo vedere attosca l'uomo quando lo vede. Grazie per la parola, messer brunetto.
Stesero sotto i miei piedi tappeti per il figlio dell'uomo. Essi attendono il mio passaggio. Lei sta nell'ombra gialla dell'ingresso, un mantello a quadri a proteggere dal freddo le sue  spalle infossate: mi fermo stupito e mi guardo intorno lei mi saluta gelidamente e supera la scalinata dardeggiando verso di me per un istante dai suoi apatici obliqui occhi un getto di liquoroso veleno.
Un morbido drappo spiegazzato verde pisello decora il sofà. Un' angusta stanza di Parigi. La parrucchiera giaceva qui poco fa. Baciai le sue calze e l'orlo della sua gonna sbiadita color ruggine. E' l'altra. Lei. Gogarty venne ieri per essere presentato. Ulisse è la ragione. Simbolo della coscienza intellettuale....L'Irlanda allora? E il marito? Misurando a passi il corridoio con scarpe di marca o giocando a scacchi contro se stesso. Perché veniamo lasciati qui? La parrucchiera giaceva qui poco fa, stringendo la mia testa fra le sue nodose ginocchia.... Simbolo intellettuale della mia razza. Ascolta? L'oscurità è caduta in picchiata su di noi. Ascolta!
  - Non sono convinto  che tali attività della mente o del corpo possano essere definite           insalubri-
  Ella parla. Una debole voce proveniente da oltre le fredde stelle. Voce della saggezza. Continua a parlare! O, parla di nuovo, rendendomi saggio! Questa voce giammai udita.
  Ella s'allunga verso di me sullo sgualcito sofà. Non posso muovermi o parlare. Un abbraccio avvolgente di carne nata dalle stelle. Adulterio di saggezza. No. Andrò. Lo farò.
  - Jim, amore! -
  Dolci labbra risucchianti baciano la mia ascella sinistra: un bacio a spirale su miriadi di vene. Io brucio! Mi accartoccio come una foglia che brucia! Dalla mia ascella destra una zanna di fuoco viene fuori. Un serpente di stelle mi ha baciato: un freddo serpente della notte.
Sono perduto!
- Nora! -






sabato 8 ottobre 2016

GIACOMO JOYCE



My words in her mind: cold polished stones sinking through a quagmire.

Those quiet cold fingers have touched the pages, foul and fair, on which my shame shall glow for ever. Quiet and cold and pure fingers, have they never erred?

Her body has no smell: an odourless flower.

On the stairs. A cold frail hand: shyness, silence: dark langour-flooded eyes: weariness


Whirling wreaths of grey vapour upon the heath. Her face, how grey and grave! Dank matted hair. Her lips press softly, her sighing breath comes through. Kissed.

My voice, dying in the echoes of its words, dies like the wisdom-wearied voice of the Eternal calling on Abraham through echoing hills. She leans back against the pillowed wall: odalisque-featured in the luxurious obscurity. Her eyes have drunk my thoughts: and into the moist warm yielding welcoming darkness of her womanhood my soul, itself dissolving, has streamed and poured and flooded a liquid and abundant seed...... Take her now who will!..



Le mie parole nella sua mente: fredde pietre levigate affondano in un pantano.

Quelle calme fredde dita hanno toccato le pagine, chiare e disgustose, su cui la mia vergogna risplenderà per sempre. Calme e fredde e pure dita, non avranno mai sbagliato?

Il suo corpo non ha odore: un fiore senza profumo.

Sulle scale. una fragile mano fredda: timidezza, silenzio: occhi scuri  inondati di languore: mal de vivre.


Ghirlande di vapore grigio turbinano sulla brughiera. Il suo viso, così grigio e serio! I capelli umidi
e arruffati. Le sue labbra premono dolcemente, il suo respiro arriva  come un soffio.



La mia voce, morente negli echi delle sue stesse parole, muore come la voce  dell' Eterno vestita di saggezza quando richiama Abramo echeggiando tra le colline. Lei si appoggia indietro sul muro che le fa da cuscino: figura di odalisca nella oscurità lussuriosa. I suoi occhi hanno bevuto i miei pensieri,
e nell' umida calda cedevole accogliente tenebra della sua femminilità la mia anima, dissolvendosi , è fluita si è riversata è straripata in un liquido ed abbondante seme......La prenda ora chi vuole!....

mercoledì 5 ottobre 2016

GIACOMO JOYCE


Giacomo Joyce
(La descrizione del loggione è straordinaria, non trovate?) (The description of the loggione is fantastic, isn't it?)

She says that, had The portrait of the Artist been frank only for frankness' sake, she would have asked why I had given it to her to read. O you would, would you? A lady of letters.
She stands black-robed at the telephone. Little timid laughs, little cries, timid runs of speech suddenly broken.... Parlerò colla mamma.... Come! choock, choock! come! The black pullet is frightened: little runs suddenly broken, little timid cries: it is crying for its mamma, the portly hen.
Loggione. The sodden walls ooze a steamy damp. A symphony of smells fuses the mass of huddled human forms: sour reek of armpits, nozzled oranges, melting breast ointments, mastick water, the breath of suppers of sulphurous garlic, foul phosphorescent farts, opoponax, the frank sweat of marriageable and married womankind, the soapy stink of men...... All night I have watched her, all night I shall see her: braided and pinnacled hair and olive oval face and calm soft eyes. A green fillet upon her hair and about her body a green-broidered gown: the hue of the illusion of the vegetable glass of nature and of lush grass, the hair of graves.

Lei dice che, qualora Il ritratto dell'artista da giovane fosse stato sincero soltanto per amor di franchezza, mi avrebbe chiesto per quale motivo  glielo avessi prestato perché lo leggesse. Lo avresti fatto, o no? Una signora di lettere.
Lei è al telefono vestita di nero. Piccole timide risate, piccoli gridolini, timidi sprazzi di discorso all'improvviso interrotti....Parlerò colla mamma.... Vieni! pollo, pollo! vieni! La nera pollastrella è spaventata: piccoli sprazzi all'improvviso interrotti, piccoli gridolini: sta piangendo per la sua mamma, la corpulenta chioccia.
Loggione. Le pareti fradicie trasudano un' acquosa umidità. Una sinfonia di odori si fonde con la massa di forme umane accalcate: puzza acida di ascelle, arance sbocconcellate, liquefatti unguenti per il petto, acqua aromatica, il soffio di zuppe di sulfureo aglio, disgustosi peti fosforescenti, opoponax, il sincero sudore di donne coniugate e in età da marito, il lezzo saponoso degli uomini......Per tutta la notte l'ho guardata, per tutta la notte la vedrò:  intrecciati ed eretti capelli e un ovale viso olivaceo e calmi dolci occhi. Un nastro verde sui capelli e avvolto sul corpo un abito verde ricamato: la tinta che ha l'illusione della coppa vegetale della natura e dell'erba rigogliosa, i capelli delle tombe.