domenica 31 luglio 2016

Alphonse Chat, LA FAMILLE GINESTIERE,


   Un cartoncino a lutto, ritrovato casualmente in una vecchia copia de TUTTE LE POESIE di Alfonso Gatto .....
  Non sappiamo nulla della famiglia Ginestiere, per assurdo non sappiamo neanche chi è morto, un anziano  genitore, o forse una cara giovane figlia, un amato marito?
  E  perchè e come il cartoncino è finito in un libro di poesie? Un viaggio in Francia o una visita in Italia? Un segnalibro molto particolare o il ricordo di una poesia cara al defunto....!?










LA FAMILLE GINESTIERE


          Madame Jean GINESTIERE,
          Monsieur Bernard GINESTIERE,
          Madame  Veuve Adolphe GINESTIERE,
          Madame  MAILLARD - GINESTIERE,
          Monsieur  Pierre MAILLARD,
          Monsieur  Michel MAILLARD,
          Et toute la Famille.

     Profondément  touchés  des marques de  sympathie que vous leur avez tèmoignèes dans leur douloureuse épreuve, vous en  expriment leurs plus vifs remerciements....





giovedì 28 luglio 2016

Risultati immagini per stanza chiusa con fiore

How do I know when a poem is finished?
Naomi Shihab Nye

When you quitely close
the door to a room
the room is not finished.

It is resting. Temporarily.
Glad to be without you
for a while.

Now it has time to gather
its balls of gray dust,
to pitch them from corner to corner.

Now it seeps back into itself,
unruffled and proud.
Outlines grow firmer.

When you return,
you might move the stack of books,
freshen the water for the roses.

I think you could keep doing this
forever. But the blue chair looks best
with the red pillox. So you might as wll

leave it that way.

Come so se una poesia è finita?
Naomi Shihab Nye

Quando chiudi lievemente
la porta su una stanza
essa non smette di esistere.

Essa riposa. Temporaneamente.
Felice di esser da sola
per un po'.

Ora essa ha il tempo di raccogliere
i suoi granelli di polvere grigia,
di lanciarli da un angolo all'altro.

Ora essa penetra dentro se stessa,
imperturbabile e orgogliosa.
I contorni divengono più netti.

Quanto ritorni,
tu potresti spostare la pila dei libri,
rinfrescare l'acqua per le rose.

Io penso che potresti far questo
per sempre. Ma la sedia blu sta
molto meglio col cuscino rosso. Così potresti

lasciar  tutto com'è.




martedì 26 luglio 2016

James Joyce, GIACOMO JOYCE, traduzione Alessandro Panciroli


Pagina autografa di J.Joyce







































Chi? Un volto pallido circondato da folte profumate pellicce. I suoi movimenti sono timidi e nervosi. Porta occhialini di metallo.
Sì; una rapida sillaba. Un rapido sorriso. Un rapido battito di ciglia.

Una grafia simile ad una ragnatela, tracciata fine e sottile con tranquillo disdegno e rassegnazione:
una giovane di qualità.

Mi lancio nella facile onda di una tiepida conversazione: Swedeborg, lo pseudo-Aeropagita, Miguel de
Molinos, Joachim Abbas. L' onda finisce. La sua compagna di classe, curvando il corpo sinuoso, fa le fusa in uno smidollato Viennese Italiano. Le lunghe palpebre sbattono e si sollevano; una ardente puntura di spillo punge e brucia nell'iride vellutata.
I tacchi alti rimbombano sulla risonante scalinata di pietra. La fredda aria invernale nel castello, le cotte di maglia come impiccate alle pareti,  rozzi candelieri di ferro lungo le volute della sinuosa scala a chiocciola delle torretta. I tacchi battono e ribattono, un suono cupo e profondo. C' è qualcuno di sotto che vorrebbe parlare con sua Signoria.



Who? A pale face surrounded by heavy odorous furs. Her movements are shy and nervous. She uses quizzing-glasses.
Yes: a brief syllable. A brief laugh. A brief beat of the eyelids.

Cobweb handwriting, traced long and fine with quiet disdain and resignation: a young person of quality.

I launch forth on an easy wave of tepid speech: Swedenborg, the pseudo-Areopagite, Miguel de Molinos, Joachim Abbas. The wave is spent. Her classmate, retwisting her twisted body, purrs in boneless Viennese Italian: Che coltura! The long eyelids beat and lift: a burning needleprick stings and quivers in the velvet iris.

High heels clack hollow on the resonant stone stairs. Wintry air in the castle, gibbeted coats of mail, rude iron sconces over the windings of the winding turret stairs. Tapping clacking heels, a high and hollow noise. There is one below would speak with your ladyship.











mercoledì 20 luglio 2016

James Joyce, GIACOMO JOYCE, traduzione Alessandro Panciroli




Corpses of jews lie about me rotting in the mould of their holy fields. Here is the tomb of their people, black stone, silence without hope ….. Pimply Meissel brought me here. He ist beyond those trees standing with covered head at the grave of his suicide wife, wondering how the woman who slept in his bed has come to this end ….. The tomb of her people and hers: black stone, silence without hope: and all is ready. Do not die!


Cadaveri di ebrei giacciono sotto di me putrefacendosi nella terra del loro camposanto. E' qui la tomba della loro gente, pietra nera, silenzio senza speranza...Pimply Meissel mi ha portato qui. Se ne sta oltre quegli alberi con la testa coperta sulla tomba di sua moglie suicida, domandandosi come la donna che dormiva nel suo letto sia giunta  a questa fine..... La tomba della sua gente e la tomba di sua moglie: pietra nera, silenzio senza speranza:  e tutto è pronto. Non morire!






sabato 16 luglio 2016

Alessandro Pancirolli, TI ME VARDI, TI ME SORIDI, TI ME VIEN VISSIN..., supervisione di Ester Barlessi


  Avevo chiesto a Ester Barlessi, scrittrice e poeta di lingua istriana ed italiana, di aiutarmi a tradurre in dialetto polesano la mia poesia LA REGOLA ( vedi sotto).
 Come quasi sempre accade nelle traduzioni, la poesia ha mutato non solo forma ( el dialeto polesan), ma anche significato: da una ambientazione romana, in uno dei più antichi rioni , La Regola appunto, da cui prendeva il nome la poesia in italiano, siamo passati ad un paesaggio marino , anche se appena accennato ( cfr. ultimo verso " caminemo strenti sul lungomar" dove nell'originale era il lungofiume sul Tevere); i platani , che nol cresse sul mar, sono diventati comuni alberi...
 Quel che rimane comunque è, mi sembra almeno, il cuore della poesia originale: la nostalgia di un amore che avrebbe potuto essere e non è stato, il sorriso e le lagrime di lei, la tempesta che si allontana...

 Sul mar



















TI ME VARDI, TI ME SORIDI, TI ME VIEN VISSIN...




Go pensà de gaverme sbrigà de 'sto intrigo

go pensà de poder esser fora  de tuto questo che invesse scrivo

 Ti me vardi

Ti me sorridi , ti me vien vissin,

"No' dovessimo..."

Quel che ne speta, savemo : una piova fina  e  non gavemo premura

Piovi . Cessà xe el vento. La tempesta xe lontan...

Ti ti piansi  ti me soridi  ti piansi de novo

Caminemo strenti

Sul lungomar.





I thought to be out of this maze. I thought to 
Be out of this
That I am now writing. 
You look at me. You smile. "You get closer ,
we should not..."
We know what to expect , a fine rain , we  in hurrying, The Rule.*
It's raining hardly, the wind has ceased,  
The storm is far away...
You cry, you smile at me, you cry.
We walk embraced under the  tall plane trees.
On the riverside.


Ho pensato di essere fuori da questo labirinto. ho pensato
di  essere fuori da questo 
che sto ora scrivo
Mi guardi. Sorridi." Ti avvicini,
non dovremmo..."
Sappiamo cosa aspettarci , una pioggia sottile, abbiamo fretta, La Regola*
Piove appena, il vento è cessato,
la tempesta è lontana ... 
Tu piangi, mi sorridi, piangi.
camminiamo abbracciati sotto  i platani  alti.

Sul lungofiume.


giovedì 14 luglio 2016

AUTOPSICOGRAFIA

Risultati immagini per pessoa

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
Da fingere che è dolore
Il dolore che davvero sente.

E quelli che leggono ciò che scrive
Nel dolore letto sentono bene
Non i due che egli ha sentito,
Ma solo quello che essi non provano.

E così sui binari in tondo
Gira a distrarre la ragione
Quel trenino a carica
Che si chiama cuore.

Traduzione di Laura Naldini

O poeta é um fingidor.
Finge   tão completamente
Que chega a fingir que é dor
Ador que deveras sente.

E os que lêem o que escreve,
Na dor lida sentem bem,
Não as dua que ele teve,
Mas sò a que eles não têm.

E assim nas calhas de roda
Gira, a entreter a razão,
Esse comboio de corda
Que se chama o coração.


domenica 10 luglio 2016

Shape of my hearth, STING


Chi mai conoscerà le

forme del mio, del tuo cuore...?

Solo una carezza;  che

parola desueta.











He deals the cards as a meditation – Dà le carte come una meditazione
And those he plays never suspect – E quelli con cui gioca non  sospettano
He doesn’t play for the money he wins – che  non gioca per i soldi che vince
He don’t play for respect – che non gioca per il rispetto

He deals the cards to find the answer – Dà le carte per trovare la risposta
The sacred geometry of chance – La sacra geometria del caso
The hidden laws of a probable outcome – Le leggi nascoste di un probabile esito
The numbers lead a dance – I numeri conducono la danza

I know that the spades are the swords of a soldier – So che picche sono le spade di un soldato
I know that the clubs are weapons of war – So che i fiori sono armi da guerra
I know that diamonds mean money for this art – Io so che i quadri significano soldi per questa arte
But that’s not the shape of my heart – Ma quella non è la forma del mio cuore

He may play the jack of diamonds – Egli può giocare il fante di quadri
He may lay the queen of spades – Può calare la regina di picche
He may conceal a king in his hand – Può nascondere un re nella propria mano
While the memory of it fades – Mentre il suo ricordo svanisce

I know that the spades are the swords of a soldier – So che picche sono le spade di un soldato
I know that the clubs are weapons of war – So che i fiori sono armi da guerra
I know that diamonds mean money for this art – Io so che i quadri significano soldi per questa arte
But that’s not the shape of my heart – Ma quella non è la forma del mio cuore

And if I told you that I loved you – E se ti ho detto che ti amavo
You’d maybe think there’s something wrong - forse  hai pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato
I’m not a man of too many faces – Io non sono un uomo dai troppi volti
The mask I wear is one – La maschera che indosso è una sola
Those who speak know nothing – Quelli che parlano non sanno nulla
And find out to their cost – E lo scopriono  a loro spese
Like those who curse their luck in too many places – Come quelli che maledicono la loro fortuna in troppi posti
And those who fear are lost – E coloro che hanno pauora sono perduti

I know that the spades are the swords of a soldier – So che i picche sono le spade di un soldato
I know that the clubs are weapons of war – So che i fiori sono armi da guerra
I know that diamonds mean money for this art – Io so che i quadri significano soldi per questa arte
But that’s not the shape of my heart – Ma quella non è la forma del mio cuore

sabato 9 luglio 2016

Ester Barlessi , Sfinissi 'sto cantar


 Ester Barlessi Sardoz, nata a Pola nel 1936, è uno degli autori più signficativi tra quelli che, all'interno della letteratura degli Italiani dell'Istria, del Quarnero e della Dalmazia, coprono l'area della memoria.



Ester Barlessi





Sfinissi 'sto cantar

de respiro ritmado stanco

e caldo xe el vento

cicale canterine

'desso xe el vostro momento.







In italiano ,secondo  la mia opinione, non vale altrettanto:

stressante un frinire

ritma il respiro stanco

caldo è il vento

cicale canterine

è ora il vostro momento

martedì 5 luglio 2016

JAMES JOYCE, da Giacomo Joyce, traduzione A. Panciroli









Lei che dona un fiore a mia figlia. Un dono fragile, una fragile donatrice,una fragile ragazza dalle vene blu.

Padova  lontano dal mare. Il silenzioso medio evo,la notte, il buio della storia dormono nella Piazza delle Erbe sotto la luna. La città dorme. Sotto le arcate nelle strade buie vicino al fiume gli occhi delle puttane spiano in cerca dei fornicatori. Cinque servizi per cinque franchi. Una oscura onda di sensualità, ancora, ancora, ancora.

Nel buio gli occhi vacillano, i mei occhi vacillano,
vacllano nel buio, amore,
Di nuovo. basta, Un amore oscuro,  un buio  pieno di desiderio. Basta.  Buio.


Crepuscolo. Attraversando la piazza, una sera grigia cade sui vasti pascoli color verde salvia,  scendono silenziosi il tramonto  e la rugiada. Lei segue la madre con impacciata grazia, la giumenta guida la puledra. Il crepuscolo grigio modella dolcemente le cosce sottili e armoniose,  il docile flessibile  tendineo collo, la testa finemente modellata. Sera, pace, il tramonto della meraviglia....Hillo! Stalliere! Hilloho!

A flower given by her to my daughter. Frail gift, frail giver, frail blue-veined child.

Padua far beyond the sea. The silent middle age, night, darkness of history sleep in the Piazza delle Erbe under the moon. The city sleeps. Under the arches in the dark streets near the river the whores' eyes spy out for fornicators. Cinque servizi per cinque franchi. A dark wave of sense, again and again and again.

Mine eyes fail in darkness, mine eyes fail,
Mine eyes fail in darkness, love.
Again. No more. Dark love, dark longing. No more. Darkness.

Twilight. Crossin the piazza. grey eve lowering on wide sagegreen pasturelands, sheddin silently dusk and dew. She follows her mother with ungainly grace, the mare leading her filly foal. Grey twilight moulds softly the slim and shapely haunches, the meek supple tendonous neck, the fine-boned skull. Eve, peace, the dusk of wonder....... Hillo! Ostler! Hilloho!




Per una bella introduzione vedi: http://www.museojoycetrieste.it/opere/giacomo-joyce/



  Per puro caso ( ma sarà poi così?), leggendo TUTTE LE POESIE di Montale, ho trovato la sua traduzione di una poesia di Joyce, da POMES PENYEACH, che richiama l'inizio del brano di cui sopra:

PER UN FIORE DATO ALLA MIA BAMBINA


Frail the white rose and frail are
Her hands that gave
Whose soul is sere and paler
Than time's wan wave.
Rosefrail and fair-- yet frailest
A wonder wild
In gentle eyes thou veilest,
My blueveined child.


Gracile rosa bianca e frali dita
di chi l' offerse, di lei
che ha l' anima più pallida e appassita
dell' onda scialba del tempo.

Fragile e bella come rosa, e ancora
più fragile la strana meraviglia
che veli ne' tuoi occhi, o mia azzurro-
venata figlia.








domenica 3 luglio 2016

La riceta dei gnochi de susini, di ESTER BARLESSI, rielaborazione ALESSANDRO PANCIROLLI


LA RICETA DEI GNOCHI DE SUSINI







"Ogni istrian sa la riceta dei gnochi 
de susini che po' saria anche quei de marmelada"



Impasto de patate lesse e fracade
col strucapatate mescolade con  farina. 
Un quarto de farina per ogni chilo de patate,

 un ovo per legar l'impasto
 lavorar un po' con le mani e far 
una luganiga che se taia a tochi 

grandi come el fondo de un bicer.
Se fraca col palmo de la man ogni toco 
per farlo diventar piato e ghe se meti dentro

un o mezo susin sensa l'osso che prima se gaveva 
netado e lassado coverto de suchero.
Se sera el gnoco a bala. Se cusina co' l'aqua boi e

 'pena che i gnochi vien a gala se li cava che se no' i se disfa.
Intanto se gaveva preparado in una fersora el pangratado
rosola' nel buro e in un piato canela e suchero missiadi.

 Se rodola i gnochi prima nel pangrata' e 
subito dopo in te la canela e fata la xe.I pol esser con marmelada,
de susini e co' xe la stagion anche de seriese o  d'armelin.

sabato 2 luglio 2016

EUGENIO MONTALE, DOV' ERA IL TENNIS...


Dov'era una volta il tennis, nel piccolo rettangolo difeso dalla massicciata su cui dominano i pini selvatici, cresce ora la gramigna e raspano i conigli nelle ore di libera uscita.
  Qui vennero un giorno a giocare due sorelle, due bianche farfalle, nelle prime ore del pomeriggio. Verso levante la vista era (è ancora) libera e le umide rocce del Corone maturano sempre l' uva forte per lo 'sciacchetrà'. E' curioso pensare che ognuno di noi ha un un paese come questo, e sia pur diversissimo, che dovrà restare il suo paesaggio , immutabile; è curioso che l' ordine fisico sia così lento  a filtrare in noi e poi così impossibile a scancellarsi. Ma quanto al resto? a conti fatti , chiedersi il come e perché della partita interrotta è come chiederselo della nubecola di valore  che esce dal cargo arrembato, laggiù sulla linea della Palmaria. Fra poco  s'accenderanno nel golfo le prime lampare.
  Intorno, a distesa d'occhio, l' iniquità degli oggetti persiste intangibile. La grotta incrostata di conchiglie dev'essere rimasta la stessa nel giardino delle piante grasse, sotto il tennis; ma il parente maniaco non verrà più a fotografare al lampo di magnesio il fiore unico,irripetibile, sorto su un cacto spinoso e destinato a una vita di poche istanti. Anche le ville dei sudamericani sembrano chiuse: Non sempre ci furono eredi  pronti a dilapidare la lussuosa paccottiglia messa insieme  a suon di pesos o di milreis. O forse la sarabanda dei nuovi giunti segna il passo in altro contrade: qui siamo perfettamente defilati, fuori tiro. Si direbbe che la vita non possa accedervi che a lampi e si pasca solo di quanto s' accumula  inerte e va in cancrena in queste zone abbandonate.





' Del  salòn en el àngulo oscuro - silenciosa y cubierta de polvo  - veìase el arpa...'Eh sì, il museo sarebbe impressionante se si potesse scoperchiare l'ex paradiso del Liberty. Sul conchiglione-terrazzo sostenuto da un Nettuno gigante, ora scrostato, nessuno apparve più dopo la sconfitta elettorale  del Leone del Callao; ma là , sull' esorbitante bovindo affrescato di peri meli e serpenti da paradiso terrestre, pensò invano  la signora Paquita buonanima di produrre la sua serena vecchiaia confortata di truffatissimi agi e del sorriso della posterità. Vennero un giorno i mariti delle figlie, i generi brazileiri  e gettata la maschera  fecero man bassa di quel ben di Dio. Della duena  e degli altri non si seppe più nulla. Uno dei discendenti  rispuntò poi fuori in una delle ultime guerre e fece miracoli. Ma allora si era giunti  sì e no ai tempi dell' inno tripolino. Questi oggetti , queste case, erano ancora  nel circolo vitale, fin ch 'esso durò. Pochi sentirono dapprima che il freddo stava per giungere; e tra questi forse mio padre che anche nel più caldo giorno d' agosto, finita la cena all'aperto, piena di falene e d' altri insetti, dopo essersi buttato sulle spalle uno scialle di lana, ripetendo sempre in francese, chissà perchè, " il fait bien froid, bien froid", si ritirava subito in  camera  per finir di fumarsi a letto il suo Cavour da sette centesimi.