martedì 25 febbraio 2014

E insomma... Well...



E insomma…
Lungo il corso della mia vita, mi sono via via convinta di essere anch’io responsabile per tutti i mali del mondo.
Anch’io responsabile per i bambini che muoiono di fame in Africa, anch’io responsabile per le aggressioni continue all’ambiente.
Anch’io responsabile per i crimini commessi dalle dittature, per le violenze sulle donne e i bambini, sugli animali.
Anch’io responsabile per la povertà presente anche nel nostro paese.
E, lungo il corso della mia vita, coerentemente con questo pensiero, ho accentuato l’impegno affinchè, almeno nel mio spazio personale, lungo la strada che percorro per andare al lavoro, nel mio ambito domestico o di vicinato, a qualche stortura potesse essere posto rimedio, a qualche prepotenza potesse essere posto un limite.
Eppure, in un preciso momento di un preciso giorno, mi è balenata quest’ idea: “ Io non sono affatto responsabile per i mali che affliggono il mondo.”
Faccio io forse parte di un qualche governo?
Faccio io forse parte di un qualche comitato?
Di una commissione?
Di un consiglio d’amministrazione?
Dipendono forse da me i destini del mondo?
A queste domande ho potuto serenamente rispondere di no.
E quindi lo dico, ogni giorno, a me stessa da allora: “TU NON SEI RESPONSABILE DEI MALI DI QUESTO MONDO. CAMMINA PURE CON SPALLE MENO PESANTI.”

Well…
All along my lifetime I have been persuading myself I am personally  responsible for all the evil present in the world.
Personally responsible for African children hunger, personally responsible for environmental attacks.
Personally responsible for dictatorships, for aggressions on women and children, for aggressions on animals.
Personally responsible for poverty present in our country too.
And, all along my lifetime, I have been accentuating my efforts to countervail some injustice, to limit some prevarication at least within my personal space, along the way on work, within my domestic space or neighbourly relations.
Yet, in a precise moment of a precise day this idea crossed my mind: “I am by no means  responsible for all the evil present in the world.
Do I belong to some government?
Do I belong to some administrative committee?
Do I belong to some commission?
Does world’s destiny depend on me?
To these questions I could reply no.
And so I keep telling it to myself every day: “YOU ARE NOT RESPONSIBLE FOR ALL THE EVIL PRESENT IN THE WORLD. YOU CAN WALK WITH NOT SO HEAVY SHOULDERS.”



domenica 9 febbraio 2014

ALESSANDRO PANCIROLLI, Io attendo tristezze senza forme



Io
attendo
tristezze
senza forme

dolorosi
cieli
d' autunno fumoso,

di  te
ormai
privo

E attendo
umili
parole

modelli
trovati
in creta d' arte.


Quieto rumina
il tempo
e non nasconde
sotto di sé -
misteri




sabato 8 febbraio 2014

Alessandro Pancirolli, LA NOTTE VIENE E PIEGA UN MARE FREDDO







La notte viene
e piega un mare freddo
io ero le foglie
mormorando tristi canzoni
la luce morta
una città troppo vuota
Tu  eri dovunque

 Mi hai detto
- addio -.
 la mia ombra
ha tremato, poi
ha tenacemente pianto.




martedì 4 febbraio 2014

Mute remains destiny....



Mute remains destiny in poets’  verses

Mind invaded stays silent and
day after day man disappears .
And it’s so vain every
poem, every  glare
at the green estuary
of the river.
Mute remains
destiny
in poets’ verses.

Unknown

Unknown.

Her eyes
of swamp water.

by Alessandro Panciroli

Translation by Ipazia