sabato 31 luglio 2010

Fine delle Trasmissioni.

NON PAROLE. UN GESTO. NON SCRIVERO' PIU'.  Cesare Pavese



Ich habe dick nie je so geliebt, Bertolt Brecht


Non ti ho mai amata tanto, ma soeur,
come quando ti ho lasciata in quel tramonto.
Il bosco m' inghiottì, il bosco azzurro, ma soeur,
sopra stavano sempre le pallide costellazioni dell'Occidente.

Non risi neppure un poco, per niente, ma soeur,
io che per gioco andavo incontro ad un oscuro destino-
mentre i volti dietro di me lentamente
sbiadivano nella sera del bosco azzurro.

Tutto era bello in questa sera unica, ma soeur,
non fu mai più così dopo nè prima-       
certo: ora mi restavano solo i grandi uccelli
che a sera, nel cielo oscuro, hanno fame.


Alle compagne del Liceo Virgilio, alas!  IAGO, ah, ah...                                                                       
 




giovedì 29 luglio 2010

MENSAGEM, MESSAGGIO, Fernando Pessoa

O' mar salgado, quanto do teu sal
Sao làgrimas de Portugal!

O mare salato, quanto del tuo sale
Sono lacrime del Portogallo!

 Mensagem è, strano a dirsi, è l' unica opera in portoghese  pubblicata da Pessoa con il proprio vero nome,e non con quello dei suoi "infiniti" etronimi.
 Con questa sua opera, difficile, esoterica ed ermetica, Pessoa partecipa al premio letterario Antero de Quental, istituito dal Segretariato per la Propaganda Nazionale ( sic). Ovviamente non vincerà, sconfitto da un sacerdote sconosciuto, Vasco Reis.( cfr., interessantissimo,http://www.umfernandopessoa.com/estudos/a-verdade-sobre-a-mensagem.pdf )
 Ma qui non ci interessa tanto la storia e la critica letteraria  del testo, quanto abbandonarci al mistero e al sogno di Fernando:

Teu ser é como aquela fria                                        
Luz que precede a madrugada                                 
E è jà o ir a haver o dia                                             
Na antemanhà, confuso nada.                                 

 Il tuo essere è come quella fredda
Luce che precede il mattino,
E che è già l' annuncio del giorno
Nell ' alba, confuso nulla. 

o anche:
 
E a fala dos pinhais, marulho obscuro,
E' o som presente desse mar futuro,
E' a voz da terra ansiando pelo mar.

E la voce delle pinete, burrasca oscura,
E' il suono presente di quel mare futuro,
E' la voce della terra che anela per il mare.


Minha loucura, outros que me a tomem
Com o que nela ia.
Sem a loucura que é o homem...

La mia follia, che altri me la prendano
Con ciò che in essa c'era.
Che cos' è l' uomo senza la follia...




 











mercoledì 28 luglio 2010

Ballakè Sissoko & Vincent Segal , Roma, Casa del Jazz, 27 luglio 2010, indimenticabile.

A volte le parole non bastano e, forse, non servono per descrivere le emozioni che questa musica può dare:

le più profonde radici dell' Africa e dell' Europa , gli strumenti più nobili, la kora dal Malì, la viola da Cremona, due interpreti incredibili, "the moon and stars, and the wind that comes before the sun"...










                                                                                                                                                                               http://www.coraconnection.com/                                                                                                                                                 
                                                                                                              just for L.

martedì 27 luglio 2010

TERESA TORGA, la storia, la canzone. Dedicato ad Ipazia, Sandra e Laura.

 In una Lisbona ancora  scossa dai sussulti della Rivoluzione dei Garofani, il 4 maggio 1975, una tranquilla signora di circa quarantanni, Teresa Torga appunto, o almeno si dice che così si chiamasse, si mise a ballare, completamente nuda, in una delle strade più  affollate di Lisbona, scatenando un vero panico tra i  passanti: dobbiamo pensare che il Portogallo era appena uscito da una dittatura sonnacchiosa e moralista, dove il ruolo delle donne era ancora quello di madre e sposa. (vedi: http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=10645).
 Antonio Capela, fotoreporter sportivo famoso in quei tempi, immortalò la scena, Josè Afonso ci scrisse questa canzone, bellissima:

No centro da avenida

No cruzamento da rua
Às quatro em ponto perdida
Dançava uma mulher nua.

A gente que via a cena
Correu para junto dela
No intuito de vesti-la

Mas surge António Capela
Que aproveitando a barbuda
Só pensa em fotografá-la

Mulher na democracia
Não é biombo de sala,

Que aproveitando a barbuda
Só pensa em fotrografá-la,

Mulher na democracia
Não é biombo de sala.

Dizem que se chama Teresa
Seu nome é Teresa Torga
Muda o pick-up em Benfica
Atura a malta da borga
Aluga quartos de casa
Mas já foi primeira estrela
Agora é modelo à força

Que a diga António Capela
Teresa Torga, Teresa Torga

Vencida numa fornalha
Não há bandeira sem luta
Não há luta sem batalha

Teresa Torga, Teresa Torga
Vencida numa fornalha
Não há bandeira sem luta
Não há luta sem batalha




                           grandissimo al mandolino, Josè Pereira 






Proprio in mezzo al viale

all'incrocio della strada
alle quattro in punto assorta
ballava una donna nuda

La gente che vedeva la scena
accorse presso di lei
intendendo rivestirla,
ma spunta António Capela

che, approfittando del casino,
solo pensa a fotografarla,
una donna in democrazia
non è un soprammobile da salotto



che, approfittando del casino,
solo pensa a fotografarla,
una donna in democrazia
non è un soprammobile da salotto.


Dicono che si chiama Teresa,
che il suo nome è Teresa Torga,
fa la disc-jockey a Benfica
e da tempo fa parte dei matti

Prende stanzacce in affitto,
ma è stata una grande stella,
ora fa la modella per forza,
lo racconti António Capela

Teresa Torga, Teresa Torga,
sconfitta in quel bordello,
non c'è bandiera senza lotta,
non c'è lotta senza battaglia


Teresa Torga, Teresa Torga,
sconfitta in quel bordello,
non c'è bandiera senza lotta,
non c'è lotta senza battaglia.
             
                                 traduzione Riccardo Venturi

Mi affascina questa storia, è piena di mistero, anche su Internet non c'è granchè, le poche informazioni sono contradditorie, la foto scattaya da Capela non c'è, tra i più interessanti questo articolo tratto da http://weber.blogs.sapo.pt/,

No DL, R.R. (Rogério Rodrigues) conta a história de uma mulher " de que não se conhecia o nome" , que ontem, às quatro da tarde fazia streap-tease enquanto dançava, ao centro do cruzamento da Avenida Miguel Bombarda com a Avenida 5 de Outubro.


"Visivelmente surpreendidos, alguns espectadores da cena, invulgar em ruas de Lisboa, dirigiram-se para a mulher no intento de a proteger das vistas de quem passava e de quem parava, persuadi-la a vestir-se e abandonar o local. No meio da confusão, surge o repórter António Capela, que começa a disparar. Os populares, indignados com o que consideram 'uma baixeza moral', investem sobre ele, insultam-no, empurram-no, agridem-no e só a intervenção do proprietário da drogaria vizinha impede que não lhe partam a máquina (...) Entretanto a mulher tinha sido levada para o limiar de um prédio com porteita à porta. Já vestida, olhava apática para as pessoas que a rodeavam. Dizem-me que se chamava Maria Teresa.'Não sou Maria. Não sou Teresa. Tenho muitos nomes'.Tinha os lábios encortiçados e recusava o copo de água que lhe ofereciam".

"Quem se despiu na via pública, ontem, às 4 da tarde?", interroga-se o jornalista, que passa a contar o percurso de vida, entretanto averiguado, de uma mulher de 41 anos, divorciada, sucessivamente actriz de revista, emigrante no Brasil, cantora de fado e que agora, no intervalo de tratamento no Júlio de Matos, "mudava discos no pick-up" de uma boite de Benfica.


Usava o nome de Teresa Torga " porque há um escritor que se chama assim" e ela gostava muito de ler, conta uma vizinha. A última vez que o repórter a viu seguia ela num carro da polícia para a esquadra do Matadouro.


Zeca Afonso lê a crónica, magnífica, põe-lhe notas e voz, e imortaliza-a."

domenica 25 luglio 2010

Oggi voglio regalarvi una poesia che m’ha divertito un sacco! E’ di un giovane scrittore inglese.
John Osborne è nato a Scunthorpe nel 1981. Il suo primo libro, Radio Head, è stato pubblicato nel Maggio del 2009 e selezionato come Libro della Settimana a Radio 4. Sue poesie sono state pubblicate su The Guardian, The Big Issue and The Spectator, ed ha partecipato a performance ai Festival di Latitude, Glastonbury e all’ Edinburgh Fringe. Egli è membro del collettivo poetico Aisle16, e il suo secondo libro, The Newsagent's Window, è stato pubblicato nell’Aprile del 2010.
Website:www.aisle16.co.uk

TAPE RECORDINGS (John Osborne)

You shook your head
when I told you that as soon as red wine
touches your tongue it flavours
it with a language as bitter as a corked bottle

of Bordeaux.
So I set up a tape recorder in my suit pocket.
That night at the party you told Emily
her high heels made her look like a slut.
I played it to you next morning at breakfast.

Slut, rewind,
slut, rewind,
slut.


REGISTRAZIONI

Scuotesti la testa
quando ti dissi che non appena il vino rosso
lambisce la tua lingua esso la arricchisce
di un linguaggio amaro come una bottiglia tappata

di Bordeaux.
Così infilai un registratore nella mia tasca.
Quella notte al party dicesti ad Emily
che con quei tacchi alti sembrava una puttana.

Ti feci ascoltare tutto la mattina dopo a colazione.

Puttana, riavvolgi,
puttana, riavvolgi,
puttana.

A COSA SERVE LA POESIA, Joice Lussu


A COSA SERVE LA POESIA



Vi faccio un esempio.

Prendete una coppia che va abbastanza bene:

due o tre lustri di convivenza

casa figli interessi comuni.

I coniugi però, non essendo nè sordi nè orbi

nè privi di altri sensi

naturalmente non immuni

dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti

dell'altro sesso

di cui alcune, per circostanze favorevoli,

sarebbero passibili di un  incontro a letto.

 

Sorge allora un problema che propone tre soluzioni.

 

La prima è la tradizionale repressione

non concupire eccetera non appropriarti dell'altrui proprietà

per cui il coniuge viene equiparato a un comò

Luigi XVI o a un televisore a colori

o a un qualsiasi oggetto di un certo valore

che non sarebbe corretto rubare.

 

La seconda soluzione è l'adulterio

altrettanto tradizionale

che crea una quantità di complicazioni

la lealtà (glielo dico o non glielo dico?)

lo squallore di motel occasionali

la necessità di costruire marchingegni di copertura

che non eliminano la paura

di fastidiose spiegazioni.

 

La terza soluzione è senza dubbio la più pratica

Si prendono i turbamenti e i sentimenti

le emozioni e le tentazioni

si mescolano bene si amalgama l'immagine

con un brodo di fantasia

e ci si fa su una poesia

che si mastica e si sublima

fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere

e infine si manda giù

si digerisce con un pò di amaro

d'erbe naturali

e poi non ci si pensa più.

Joyce Lussu

 

Facile, no?

 


 


Iago: bè,insomma, proprio facile..., ecco, qualche dubbio lo avrei.

sabato 24 luglio 2010

THE MARRIAGE, MARK STRAND


Regency Reproductions

The Marriage

by Mark Strand


The wind comes from opposite poles,
traveling slowly.

She turns in the deep air.
He walks in the clouds.

She readies herself,
shakes out her hair,
makes up her eyes,
smiles.

The sun warms her teeth,
the tip of her tongue moistens them.

He brushes the dust from his suit
and straightens his tie.

He smokes.
Soon they will meet.
The wind carries them closer.

They wave.
Closer, closer.
They embrace.

She is making a bed.
He is pulling off his pants.

They marry
and have a child.

The wind carries them off
in different directions.

The wind is strong, he thinks
as he straightens his tie.

I like this wind, she says
The wind unfolds.
The wind is everything to them.


Mark Strand, “The Marriage” from Selected Poems

SCHWÄCHEN , di Bertolt Brecht

 SCHWÄCHEN

Du hattest keine                                              
Ich hatte heine:                                               
Ich liebte.                                                              



Debolezze

Tu non ne avevi.
Io ne avevo una:
amavo.






giovedì 22 luglio 2010

Η ελευθερία πάντοτε είναι πρώτη. La libertà è sempre la prima. Poesia di Ghiannis Ritsos


Αδέξια, με χοντρή βελόνα, με χοντρή κλωστή
ράβει τα κουμπιά στο σακάκι του. Μιλάει μονάχος:

Έφαγες το ψωμί σου; Κοιμήθηκες ήσυχα;
Μπόρεσες να μιλήσεις; Ν' απλώσεις το χέρι σου;
Θυμήθηκες να κοιτάξεις απ' το παράθυρο;
Χαμογέλασες στο χτύπημα της πόρτας;

Αν είναι ο θάνατος, πάντοτε δεύτερος είναι.
Η ελευθερία πάντοτε είναι πρώτη.






In modo maldestro,
con ago grosso,
con filo grosso,
si attacca i bottoni della giacca.
Parla da solo:
Hai mangiato il tuo pane?
hai dormito tranquillo?
hai potuto parlare?
tendere la mano?
ti sei ricordato di guardare dalla finestra?
hai sorriso al bussare della porta?
Se la morte c’è sempre, è la seconda.
La libertà sempre è la prima.

mercoledì 21 luglio 2010

Caro Iago, come, sempre, prendo spunto da quello che posti.
E se, come antidoto alla gelosia, ci servissimo del suggerimento che ci dà la seguente canzone?

http://www.youtube.com/watch?v=t_0a10_1BZk

LOVE THE ONE YOU'RE WITH (Stephen Stills, 1970)

If you're down and confused
And you don't remember who you're talkin' to
Concentration slip away
Cause your baby is so far away.
Well, there's a rose in a fisted glove
And the eagle flies with the dove
And if you can't be with the one you love
Love the one you're with
Love the one you're with
Don't be angry, don't be sad,
Don't sit cryin' over good things you've had,
There's a girl right next to you
And she's just waiting for something to do.
Well, there's a rose in a fisted glove
And the eagle flies with the dove
And if you can't be with the one you love
Love the one you're with
Love the one you're with
Turn your heartache right into joy
She's a girl, you're a boy,
Get it together make it nice
Ain't gonna need anymore advice.
Well, there's a rose in a fisted glove
And the eagle flies with the dove
And if you can't be with the one you love
Love the one you're with
Love the one you're with

CROSBY, STILL, NASH AND... NOT YOUNG, concerto a Roma

CROSBY, STILL, NASH, YOUNG  però non c' era, qualcun altro sì, eccome...

Anche il titolo DEJA VU mi ricorda qualcosa, qualcosa che è già stato, ed accade ancora...

If I had ever been here before I would probably know just what to do
Don't you?
If I had ever been here before on another time around the wheel
I would probably know just how to deal
With all of you.
And I feel
Like I've been here before
Feel
Like I've been here before
And you know
It makes me wonder
What's going on under the ground

Do you know?
Don't you wonder?
What's going on down under you.

We have all been here before
We have all been here before
We have all been here before
We have all been here before

lunedì 19 luglio 2010


Iago, ecco qua.
E’ bello pensare che ognuno di noi abbia nella propria vita privata il suo capolavoro.
E quelli che hanno avuto sempre esperienze sentimentali deludenti, che cavolo devono pensare?

IL NOSTRO CAPOLAVORO E’ LA VITA PRIVATA

C’è qualcosa giù nell’acqua che si nasconda a noi,
Qualche timido evento, qualche segreto della luce che cada nel profondo,
Qualche fonte di dolore che non vuole ancora essere scoperta?

Perché dovrebbe importarci? Non proietta forse il desiderio i suoi
arcobaleni sulla rozza porcellana
Della pelle del mondo e con le sue misure riempie
l’aria? Perché cercare dell’altro?

II

Ed ora, mentre gli avvocati della bruttezza e del dolore
Spingono le loro barche gocciolanti su e giù per la spiaggia, mangiamo
Il nostro rombo e beviamo il nostro bel bianco Beaune.

E’ vero, la luce è artificiale e noi non siamo ben vestiti.
E allora? Ci piace così. Ci piacciono i manzi nel fieno della porta accanto,
ci piace il suono del vento che accarezza l’erba. Il modo in cui parli

Quella voce carezzevole, le rivelazioni della scorsa notte… perché vivere
per qualcos’altro?
Il nostro capolavoro è la vita privata.

III

Sostando sulla banchina fra il Roving Swan e la Star Immaculate,
Respirando l’aria notturna mentre il momento del piacere vissuto
Nell’evanescenza del piacere sembra crescere, la sua macchiata

Bellezza, che può solo essere ciò che è, sostenendo se stessa
Un po’ di più nel suo andare, io penso al nostro morbido passaggio
Attraverso divisioni, attraverso crisi che irrompono nell’ordinario,
lasciandoci un po’ più stanchi ogni volta,
Un po’ più distanti dalle esperienze, che, in passato,
Ci tenevano prigionieri per ore. Il cammino in auto lungo la sinuosa strada

Di ritorno verso casa, il mare che sbatte sulle scogliere,
Il bicchiere di whiskey sulla tavola, il libro aperto, le domande,
Le ricompense di tutto il giorno che attendono alle porte del sonno…


Traduzione di Ipazia


domenica 18 luglio 2010

OUR MASTERPIECE IS THE PRIVATE LIFE, Mark Strand

Our Masterpiece Is the Private Life by Mark Strand

For Jules
I

Is there something down by the water keeping itself from us,
Some shy event, some secret of the light that falls upon the deep,
Some source of sorrow that does not wish to be discovered yet?


Why should we care? Doesn’t desire cast its
rainbows over the coarse porcelain
Of the world’s skin and with its measures fill the
air? Why look for more?


II


And now, while the advocates of awfulness and sorrow
Push their dripping barge up and down the beach, let’s eat
Our brill, and sip this beautiful white Beaune.



True, the light is artificial, and we are not well-dressed.
So what. We like it here. We like the bullocks in the field next door,
We like the sound of wind passing over grass. The way you speak,


In that low voice, our late night disclosures . . . why live For anything else?
Our masterpiece is the private life.

III


Standing on the quay between the Roving Swan and the Star Immaculate,
Breathing the night air as the moment of pleasure taken
In pleasure vanishing seems to grow, its self-soiling

Beauty, which can only be what it was, sustaining itself
A little longer in its going, I think of our own smooth passage
Through the graded partitions, the crises that bleed Into the ordinary,
 leaving us a little more tired each time,
A little more distant from the experiences, which, in the old days,
Held us captive for hours. The drive along the winding road

Back to the house, the sea pounding against the cliffs,
The glass of whiskey on the table, the open book, the questions,
All the day’s rewards waiting at the doors of sleep

Gentile omaggio alle ammiratrici... ALEJANDRO PORTRAIT


Hablamos? da quando?
Quien empezò? No sè.
Los dìas, mis preguntas;
oscuras, anchas, vagas
tus respuestas: las noches.

Parliamo? da quando?  
Chi ha cominciato? Non so.
I giorni, le mie domande;
oscure, ampie, vaghe
le tue risposte: le notti.

         P. Salinas      La voz a ti debida
          

                    
                     

ILMONUMENTO, Mark Strand, parte seconda

  The most enclosed being generates wave
                                                     
                                                                                  Mark Strand 


sabato 17 luglio 2010

Voglio cogliere al volo il suggerimento di Iago e postare una canzone ed il suo testo che, secondo me, è uno dei più belli mai scritti nella storia della musica rock, anzi progressive rock.
Ecco a voi EPITAPH.

http://www.youtube.com/watch?v=1KogHYeA0ns

EPITAPH (King Crimson) (da In the Court of the Crimson King, Island Records, 1969)

The wall on which the prophets wrote

Is cracking at the seams.
Upon the instruments of death
The sunlight brightly gleams.
When every man is torn apart
With nightmares and with dreams,
Will no one lay the laurel wreath
When silence drowns the screams.

Confusion will be my epitaph.
As I crawl a cracked and broken path
If we make it we can all sit back
And laugh.
But I fear tomorrow I'll be crying,
Yes I fear tomorrow I'll be crying.

Between the iron gates of fate,
The seeds of time were sown,
And watered by the deeds of those
Who know and who are known;
Knowledge is a deadly friend
When no one sets the rules.
The fate of all mankind I see
Is in the hands of fools.

Confusion will be my epitaph.
As I crawl a cracked and broken path
If we make it we can all sit back
And laugh.
But I fear tomorrow I'll be crying,
Yes I fear tomorrow I'll be crying.

More lyrics: http://www.lyricsfreak.com/k/king+crimson/#share


EPITAFFIO

Il muro su cui scrissero i profeti
Si sta sgretolando nelle fondamenta
Al di sopra degli strumenti della morte
La luce del sole splende raggiante
Quando ogni uomo è fatto a pezzi
Dagli incubi e dai sogni
Vorrà qualcuno deporre la corona d’alloro
Quando il silenzio sommergerà le grida


La confusione sarà il mio epitaffio
Mentre striscio lungo un sentiero abbandonato
Se ce la facciamo possiamo sederci tutti
E ridere
Ma ho paura che domani piangerò
Sì ho paura che domani piangerò

Tra i cancelli di ferro del destino
Furono seminati i semi del tempo
Ed innaffiati dalle azioni di coloro
Che conoscono e che sono conosciuti
La conoscenza è un’amica mortale
Quando nessuno fissa le regole
Il fato del genere umano
È nelle mani degli stupidi

La confusione sarà il mio epitaffio
Mentre striscio lungo un sentiero abbandonato
Se ce la facciamo possiamo sederci tutti
E ridere
Ma ho paura che domani piangerò
Sì ho paura che domani piangerò

Traduzione di Ipazia

IL MONUMENTO, Mark Strand, Fandango Libri

Uno Strand diverso, sorprendente, quello de IL MONUMENTO:           " scritto al futuro anteriore, un tempo in cui le cose non solo saranno, ma sopratutto saranno state, le civiltà consumate, la memoria svanita, l' autore morto."  Prendendo  lo spunto da citazioni  di altri poeti e scrittori, Strand tenta la costruzione e la decostruzione di un sepolcro ( il monumento) che duri per l' eternità: " La certezza della morte è accompagnata da incertezze, su tempo, modo, luoghi. La varietà dei monumenti ha spesso oscurato le vere tombe. e i Cenotafi hanno guastato i sepolcri."     


                           )
 Cenotafio di Newton ( Wikipedia)

venerdì 16 luglio 2010

SFIDA RACCOLTA

Caro Iago, non sia mai detto che io non raccolga una sfida! E poi ho sempre trovato molto stimolante (ovviamente perché sono napoletana) passare dall’inglese al napoletano!
E poi, una delle cose in cui riesco meglio, sono le poesie su commissione!
Che peccato che non possa leggervela!
E scusate l’apoteosi di punti esclamativi! Ooops

‘O iuorno d’ ‘o ggiudizio

Quatt’ angeli aitanti, cu ‘e trombe in bocca,
Pigliarrann’ post’ dint’ all’angul’ d’ ‘a stanza
E sunarrann’ ‘a tromba: poi, cu n’ allucco forte
Gridarrann’: “Tutt’ ‘a chesta parte, iamm’ annanz’!”

E allora ‘na longa fila ‘e spireti
Asciarrann’ ‘a rint’ ‘a terra a quatt’ zampe,
E all’improvviso sarrann’ uommn’ di nuovo,
Riunennose comm’ a’ pulcini attuorn’ ‘a mamma.

‘Sta mamma è nostro Iddio, nostro Signore,
che l’addividerà int’ ‘a ddoie file, e bianch’ e ‘e nir’,
una p’ ‘o paravis’, n’ata p’ ‘o disonore.
E allora arrivarrà ‘na grande banda cu ‘e bott’
‘E cherubbini, comm’ quann’ t’ vai a cuccà.
Ca spegnarrann’ tutt’ ‘e lumicin’ e a tutt’ diranno bbonanott'.

giovedì 15 luglio 2010

G. G. BELLI : Judgment day ( Sfida ad Ipazia)

Sfido direttamente Ipazia a tradurre, magari in napoletano e non in romanesco, la seguente poesia del Belli:

                             Judgment Day

Four sturdy angels, trumpets in their mouths,
Will take up their position in each corner
And sound the trump: then with a mighty shout
They' ll bellow : " Everyone come out in order!"

And then an endless line of skeletons
Will crawl out of  the earth on hands and knees,
And then put on the flesh and form of humans,
Clustering like cjicks around the mother hen.

This mother hen will be the Blessed God,                                  
Forming them into two streams, white and black,
One to go to the cellar, one to the roof.
And then there will descend a tinkling band
of cherubs, just like when we go to bed.
They will put all the lights out, and  Good Night.

Ipa, prenditi il tempo che vuole, è solo un gioco; considera che l' inglese mi sembra piuttosto maccheronico e che non devi tradurre in italiano ma in dialetto ( Es. l' inizio originale del Belli  suona come  Quattro angioloni co le tromme in bocca ), ciao, ciao...

 

mercoledì 14 luglio 2010

LA GRANDE GUERRA e la memoria moderna, Paul Fussel, il Mulino


 L' immagine qui sopra riprodotta è il fac-simile  della Field Service Post Card ( cartolina postale in franchigia), fornita ai soldati inglesi durante la prima guerra mondiale: se uno era stufo di scrivere poteva  cancellare semplicemente le frasi che "non servivano", tranne  " Io sto bene", anzi  " Io sto veramente bene",
con l' ingenuo ottimismo tipico di tutte le burocazie militari.
 Ancora quindi il potere della parola, questa volta racchiuso e delimitato nella rigidità della " formula", documento che richiede di compilare qualcosa, o di cancellarla o di spuntarla.
 I nostri , pochi, lettori potrebbero usarla per mandarci notizie della loro salute, se" malati o feriti, e ricoverati in ospedale, e stanno migliorando e sperano di uscirne presto, to be out again soon".

martedì 13 luglio 2010

Giuseppe Gioacchino Belli: ER BON GOVERNO, 25 settembre 1836

1822. ER BON GOVERNO

Un bon governo, fijji, nun è cquello
Che vv'abbotta l'orecchie in zempiterno
De visscere pietose e ccor paterno:
Puro er lupo s'ammaschera da aggnello.
Nun ve fate confonne: un bon governo
Se sta zzitto e ssoccorre er poverello.
Er restante, fijjoli, è ttutt'orpello
Pe accecà ll'occhi e ccomparì a l'isterno.
Er vino a bbommercato, er pane grosso,
Li pesi ggiusti, le piggione bbasse,
Bbona la robba che pportàmo addosso...
Ecco cos'ha da fà un governo bbono;
E nnò ppiàggneve er morto, eppoi maggnasse
Quant'avete, e llassavve in abbandono.



domenica 11 luglio 2010

MARIA LISBOA


É varina, usa chinela,
Tem movimentos de gata;
Na canastra, a caravela, No coracao, a fragata
. Em vez de corvos no chaile, Gaivotas vem pousar.
Quando o vento a leva ao baile, Baila no baile com o mar.
É de conchas o vestido, Tem algas na cabeleira, 
E nas veias o latido Do motor duma traineira. 
Vende sonho e maresia,
Tempestades apregoa. 
Seu nome próprio: Maria, Seu apelido: Lisboa.


 Vende pesce, indossa pantofole,
Si muove come una gatta.
Nel paniere, una caravella,
nel cuore, una fregata.
Nello scialle, invece di corvi,
si posano gabbiani.
Quando il vento la porta al ballo
inizia  a balla re con il mare.
Il vestito è di conchiglie ha alghe nei capelli e nelle vene abbaia il motore di un peschereccio. Vende sogni e profumo di mare preannuncia tempeste. Il tuo nome Maria, il tuo cognome LIsbona.

sabato 10 luglio 2010

The New Poetry Handbook

17 If a man claims the poem of another,
his heart shall double in size.

18 If a man lets his poems go naked,
he shall fear death.

19 If a man fears death,
he shall be saved by his poems.

20 If a man does not fear death,
he may or may not be saved by his poems.

21 If a man finishes a poem,
he shall bathe in the blank wake of his passion
and be kissed by white paper.

The New Poetry Handbook

15 If a man writes a poem and praises the poem of a fellow,
     he shall have a beautiful mistress.

16 If a man writes a poem and praises the poem of a fellow overly,
     he shall drive his mistress away.




15  Se un uomo scrive una poesia e loda una poesia di un
               di un collega
                   avrà un amante bellissima.

16  Se un uomo scrive un poesia e loda all' eccesso una poesia 
      di un collega
          allontanerà da sè l' amante.                                                                                                            
Amici poeti, siete avvisati..

  La firma di Strand è falsa, il disegno , mio, imita Hopper,
  i versi sono veri, verissimi, e stupendi. 
                                                                                                           

venerdì 9 luglio 2010

Io come Cirano


Alas! 
Ad Alessandro si allunga un pò il naso, Iago  diventa Cirano, Shakespeare Guccini.
La poesia... rimane poesia.

Guccini, Cirano


Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
Buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
Godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico ammaestrato e non vi fa paura
E andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,


Io non perdono, non perdono e tocco!


Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
Venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
Che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere il mio piacere, io amo essere odiato;
Coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,


Io non perdono, non perdono e tocco!


Ma quando sono solo con questo naso al piede
Che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
Si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
Che a me quasi proibito il sogno di un amore;
Non so quante ne ho amate,
non so quante ne ho avute,


Per colpa o per destino le donne le ho perdute
E quando sento il peso d' essere sempre solo
Mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
Ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
Amo senza peccato, amo, ma sono triste
Perchè Rossana bella, siamo così diversi,
A parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...


Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
Se c', come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
E voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio morto e l' uomo solo in questo abisso,
Le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;


Tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,


Io non perdono, non perdono e tocco!


Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
Ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
Tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
Dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
Dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
Io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
Ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
Ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
Perch oramai lo sento, non ho sofferto invano,


Se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano

giovedì 8 luglio 2010


THE WRITING CONTEST



L’anno scorso ho partecipato ad un concorso di poesia on-line in Inghilterra!
La cosa è stata divertentissima. L’argomento era: il posto in cui vivi. Io ho scritto sulla mia città, ovviamente. La cosa che mi ha colpito di più di questo writing contest è stata l’elevatissima qualità delle poesie partecipanti.
Non è incredibile come sia possibile mettersi in contatto con persone ed eventi così lontani da noi?
Noi diamo, ormai, tutto per scontato ma, davvero, le possibilità che si aprono davanti a noi sono infinite. Certo, questo può anche risultare scoraggiante, alla lunga, ma se uno è solo un po’ curioso, girovagare sul web può essere decisamente divertente e interessante.
Sempre che non se diventi dipendenti!
La poesia con cui ho partecipato è questa:

The streets of my city

The streets of my city
climb up and go down
they reach heaven and hell as well
in the gestures of my people
centuries of invasions are hidden
the children of my city
play football in the streets
their faces are painted
on the pictures in the churches
the sun of my city
is always sweet
and the sea murmurs
the verses of our songs
violence runs along the streets
and makes blood flow
it makes us remember
that Cain exists too
the streets of my city
make me remember I am alive
my city lives and pulses
and learns and teaches and smiles
come to my city
come to my city
she will love you
and you will love her too.


Le strade della mia città

Le strade della mia città
si arrampicano e precipitano
esse raggiungono il paradiso e l’inferno
nei gesti della mia gente
si annidano secoli di invasioni
i bambini della mia città
giocano a pallone per strada
le loro facce sono dipinte
sui quadri nelle chiese
il sole della mia città
è sempre dolce
e il mare mormora
i versi delle nostre canzoni
la violenza percorre le nostre strade
e fa scorrere il sangue
e ci fa ricordare
che anche Caino esiste
le strade della mia città
mi ricordano che sono viva
la mia città vive e pulsa
impara ed insegna e sorride
vieni nella mia città
lei ti amerà
come tu amerai lei.
(Traduzione di Ipazia)











mercoledì 7 luglio 2010

MARK STRAND: The New Poetry Handbook

                                                                      Watching an atomic bom  

 


                        
11 If a man gives up poetry for power,
      he shall have lots of power.

12 If a man brags about his poems,
he shall be loved by fools.

13 If a man brags about his poems and loves fools,
    he shall write no more.

14 If a man craves attention because of his poems,
     he shall be like a jackass in moonlight.


If a man...


 
     Se un uomo rinuncia alla poesia per il potere,
     avrà molto potere.
    
     Se un uomo si vanta delle sue poesie,
      verrà amato dagli stolti.


     Se un uomo si vanta delle sue poesie e ama gli stolti,
      non scriverà più.


     Se un uomo prova un ardente desiderio di attenzione  per
          le sue poesie,
              sarà come un somaro al chiaro di luna.

E sicuramente gli uomini che hanno rinunciato alla poesia per il potere,  di potere  ne  hanno avuto molto, moltissimo; anche il potere di distruggere la Terra e tutti i suoi abitanti, non una volta, ma innumerevoli volte. E come somari al chiaro di luna, ci hanno costretto ad ammirare il loro terribile potere...

ATOMIC BOMB FOOTAGE

martedì 6 luglio 2010

MARK STRAND: The New Poetry Handbook




6 If a man wears a crown on his head as he writes,     
   he shall be found out.

7 If a man wears no crown on his head as he writes,
   he shall deceive no one but himself.

8 If a man gets angry at a poem,
   he shall be scorned by men.                                           

9 If a man continues to be angry at a poem,
   he shall be scorned by women.

10 If a man publicly denounces poetry,
     his shoes will fill with urine.


    Se un uomo si mette in testa una  corona quando scrive,
    verrà smascherato.
   
   Se un uomo non si mette in testa una corona quando scrive,
    non ingannerà nessuno tranne se stesso.

    Se un uomo si arrabbia con una poesia,
     verrà deriso dagli uomini.

    Se un uomo persiste nell'arrabbiarsi con una poesia,
    verrà deriso dalle donne.

    Se un uomo condanna pubblicamente una poesia,
    le scarpe gli si riempiranno di urina

 Se scrivete poesie o romanzi, o qualsiasi altra cosa, anche la lista della spesa,  i consigli del Nuovo Manuale di Poesia sono senza dubbio preziosi, e misteriosi...:  d' altronde, " la poesia è affidata a quella forma superiore di interpretazione che è le malentendu. Quando una poesia è scritta è terminata, ma non finisce; comincia, cerca un'altra poesia in se stessa, nell'autore, nel lettore, nel silenzio".(Cfr. Salinas, Poetica, poesia espagnola contemporanea, antologia, Taurus, Madrid 1959, 1972)

lunedì 5 luglio 2010

POESIA A MASSIMO TROISI



Oggi voglio regalarvi la poesia che Roberto Benigni ha scritto in onore di Massimo Troisi, nato a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio 1953 e morto ad Ostia, in casa della sorella, il 4 giugno 1994.
Massimo Troisi faceva parte della mia vita così come sono sicura che facesse parte della vita di tutti i napoletani e, quando è morto, è stato come se fosse morto un mio amico, uno di famiglia.
Quando penso a lui, penso ad un angelo, che non poteva rimanere troppo a lungo su questa terra.
La poesia di Roberto Benigni dice tutto meglio di me.

MARK STRAND: The New Poetry Handbook

3 If a man lives with two poems,
   he shall be unfaithful to one.

4 If a man conceives of a poem,
   he shall have one less child.

5 If a man conceives of two poems,
   he shall have two children less.
                                                                                       

  Se un uomo vive insieme a due poesie,
  ne tradirà una.
  Se un uomo concepisce una poesia,
  avrà un figlio in meno.
Se un uomo concepisce due poesie,
  avrà due figli in meno.























Curiosa la storia della foto (mia): viene veramente da una vecchia polaroid anni 70,(per i più giovani oramai adusi al digitale la POLAROID è stata la prima macchina fotografica a sviluppo istantaneo, o quasi.
 Successivamente scannerizzata e digitalizzata,ora riedita nel formato originale, grazie ad un software che imita le vecchie foto Polaroid.
 Il soggetto unico è mio figlio Gabriele ( Gabbruu), ora autore  di molte foto di questo stesso blog.
Sic transit gloria mundi!
Molto bello il  sito: http://polaroids.theskeltons.org/

Iago :...I hate the the Moor

Ancora Iago. Perchè? Perchè Shakespeare/ Iago crede nel potere incontenibile della parola, nella sua proteiforme forza, nella sua invincibilità:  col solo sapiente uso della parola modifica la realtà  dei fatti, scatena la passione di Roderigo, la gelosia di Otello, sconvolge le relazioni tra tutti i " personaggi" della tragedia...



IAGO
380   Go to, farewell. Put money enough in your
381   purse.       
RODERIGO
382   I'll sell all my land.
Summary
           Exit.
IAGO
383   Thus do I ever make my fool my purse:
384   For I mine own gain'd knowledge should profane,
385   If I would time expend with such a snipe.
386   But for my sport and profit. I hate the Moor:
387   And it is thought abroad, that 'twixt my sheets
388   He has done my office: I know not if't be true;
389   But I, for mere suspicion in that kind,
390   Will do as if for surety. He holds me well;
391   The better shall my purpose work on him.
392   Cassio's a proper man: let me see now:
393   To get his place and to plume up my will
394   In double knavery — How, how? Let's see:
 ....       I have't. It is engender'd. Hell and night
404   Must bring this monstrous birth to the world's light

           
Iago           Vai, vai, Riempi di soldi la tua borsa
Roderigo   Vado a vendere tutte le mie terre.
Iago          Così traformo la mia vittima nella mia cassaforte.
                 Mi sembrerebbe un insulto alla mia sudata esperienza
                 perdere tempo con questo merlo senza divertirmici
                 e senza guadagnare. Odio il Moro:
                 Si è sentito bisbigliare che abbia fatto le mie veci
                 fra le mie lenzuola. Non so quanto ci sia di vero.
                 Ma basta un semplice sospetto del genere per
                agire come ne avessi la certezza. Egli mi stima.
                Sarà quindi più facile realizzare i miei propositi.
                Cassio è un bell' uomo...vediamo un pò...
                Prendergli il posto e portare a termine il mio piano
                in un colpo solo...In che modo? Vediamo...
                Ho trovato. E' fatta, L' inferno e la notte
                porteranno alla luce questo parto mostruoso.

        

domenica 4 luglio 2010

MARK STRAND: The New Poetry Handbook

                                      Photo by Gabriele Pancirolli ( Gabbruu)

1 If a man understands a poem,                  
    he shall have troubles.                        


2 If a man lives with a poem,
   he shall die lonely.                                                    
                            
  Se un uomo comprende una poesia,
   avrà dei problemi. 

   Se un uomo vive con una poesia,
   morirà solo.  


  Un nuovo manuale di poesia da Mark Strand:  con le sue tipiche lunghe liste,  (sono 21  consigli in questo caso, che scriveremo in piccoli gruppi per poterli esaminare più a fondo) Mark ci porta nel cuore del rapporto tra l' uomo e la poesia, di quello che può accaderti se ti abbandoni al flusso delle emozioni.
 E sicuramente , per mia personale esperienza, è meglio non comprendere troppo una poesia, anzi meglio sarebbe non leggerle mai, tantomeno cercare di viverci insieme...


sabato 3 luglio 2010

ancora dalla Antologia Palatina: Timone di Fliunte, TEMPESTIVITÀ



TEMPESTIVITÀ




S' ama a suo tempo, a suo tempo si scopa, a suo tempo si chiude.





da Antologia Palatina, Timone di Fliunte.                                   elaborazione grafica: Alessandro Pancirolli

Timone di Fliunte: scettico, ca. 320-230 a.C.,
autore dei Silli ( parodie scoptiche) e di varie
opere dottrinali e lettterarie.

http://www.filosofico.net/timonefliunte.htm