venerdì 20 luglio 2012

Mezzogiorno d' inverno, Umberto Saba, A Winter Noon, —translated from the Italian by Geoffrey Brock


 Mezzogiorno d ' inverno (  back translation by Alessandro Panciroli)


Chi nel momento della mia felicità
(Dio mi perdoni se uso una parola così grande,
così terribile)  ridusse la mia breve gioia
quasi alle lacrime? Senza dubbio dirai " Una qualche
bella creatura che ti camminava accanto e
ti sorrideva". Ma no, un palloncino di un bimbo,
un palloncino blu, serpeggiante contro
l' azzurro dell'aria, il mio cielo nativo,
mai più così  chiaro e freddo com'era allora,
un alto mezzogiorno in un abbagliante giorno d'inverno.
Nel cielo qua e là  un bioccolo di nuvola,
i vetri alle finestre fiammeggiavano al sole,
e un esile fumo da un camino, o forse due,
e sopra ogni cosa, ogni divina
cosa, quel globo sfuggito  dalle
incaute dita di un bambino ( ora, di sicuro,
stava piangendo nella piazza affollata il suo dolore,
il suo immenso dolore) tra la grande facciata
della Borsa ed il caffè dove io,
dietro alla finestra con gli occhi luccicanti
guardavo salire e scendere quello che una volta era stato suo.

A winter noon   translated from the Italian by Geoffrey Brock


Who in the moment of my happiness
(God forgive my using a word so grand
so terrible) reduced my brief delight
nearly to tears? No doubt you'll say: "A certain
beautiful creature who was walking by
and smiled at you." But no: a child's balloon,
a blue, meandering balloon against
the azure of the air, my native sky
never so clear and cold as it was then,
at high noon on a dazzling winter day.
That sky with here and there a wisp of cloud,
and upper windows flaming in the sun,
and faint smoke from a chimney, maybe two,
and over everything, every divine
thing, that globe that had escaped a boy's
incautious fingers (surely he was out there
broadcasting through the crowded square his grief,
his immense grief) between the great facade
of the Stock Exchange and the café where I,
behind a window, watched with shining eyes
the rise and fall of what he once possessed.



 finalmente l' originale di Umberto Saba:


In quel momento ch’ero già felice

(Dio mi perdoni la parola grande

e tremenda) chi quasi al pianto spinse

mia breve gioia? Voi direte: “Certa

bella creatura che di là passava,

e ti sorrise”. Un palloncino invece,

un turchino vagante palloncino

nell’azzurro dell’aria, ed il nativo

cielo non mai come nel chiaro e freddo

mezzogiorno d’inverno risplendente.

Cielo con qualche nuvoletta bianca,

e i vetri delle case al sol fiammanti,

e il fumo tenue d’uno due camini,

e su tutte le cose, le divine

cose, quel globo dalla mano incauta

d’un fanciullo sfuggito (egli piangeva

certo in mezzo alla folla il suo dolore,

il suo grande dolore) tra il Palazzo

della Borsa e il Caffé dove seduto

oltre i vetri ammiravo io con lucenti

occhi or salire or scendere il suo bene.

Nessun commento :

Posta un commento